Opere di tinteggiatura e restauro facciate della chiesa SS. Trinità nel capoluogo Torri del Benaco
Opere di tinteggiatura e restauro facciate della chiesa SS. Trinità nel capoluogo Torri del Benaco
Il centro di Torri del Benaco venne abitato già in epoca preistorica e corrisponde forse all’antica Tulles, capoluogo della popolazione retica dei Tulliassi; in epoca romana – con il nome di Castrum turrium – fu un centro importante grazie alla sua posizione strategica, sulla rotta lacuale che univa Peschiera a Riva. Fu poi popolato dai Longobardi e nei primi anni del X secolo vi si rifugiò Berengario I, re d’Italia, il quale, per difendere il paese contro le scorrerie degli Ungari, fece innalzare un castello e le mura, ancora in parte esistenti. Nell’XI secolo Torri del Benaco faceva parte della contea di Garda, quindi nel 1193 passò al Comune di Verona e poi alla signoria degli Scaligeri, i quali fecero ricostruire il castello
Nella zona del porto si trovano alcuni degli edifici più significativi del paese, tra i quali ricordiamo il quattrocentesco palazzo della Gardesana, con la chiesa della SS. Trinità, nel cui interno si ammirano ancora pregevoli affreschi dei secoli XIV-XV.
L’oratorio della Santissima Trinità si allinea ad est con l’Hotel Gardesana, un tempo sede della Gardesana dall’Acqua, in piazza Calderini, prospiciente il porticciolo. Venne presumibilmente edificato dal nobile Giovanni Menaroli tra la fine del secolo XIV e l’inizio del XV; così si desume dal testamento dello stesso, redatto in Torri il 5 agosto 1401, in cui si prescrive di consacrare la chiesa, di dotarla di beni, di paramenti e sacre suppellettili.
Le successive visite pastorali indicheranno la Santissima Trinità come pubblico oratorio e tale rimarrà finché nel corso della I guerra mondiale verrà concesso in uso alle truppe francesi di stanza a Torri. Profanato ed in rovina, l’edificio verrà però restaurato intorno alla fine degli anni Venti, convertito in un tempio in onore dei Caduti e restituito al culto. Dopo i restauri e la ristrutturazione ricordati, l’aspetto della chiesa quattrocentesca andò irrimediabilmente perduto con la chiusura dell’ingresso sulla fronte originale ad ovest e, soprattutto, col totale rifacimento del lato meridionale, che venne a fungere da facciata. Questa si presenta in tre ampie arcate a tutto sesto, cieche, contenenti, ai lati, le finestre e, al centro, l’ingresso, sormontato da un frontone spezzato con nel mezzo il busto marmoreo di un fante.
Le lavorazioni effettuate presso la chiesa della S.S. Trinità prevedevano il restauro della facciate esterne, mediante rimozione di chiodi e di altro materiale non pertinente, stuccatura di varie crepe, rimozione intonaco in fase di stacco e successiva rasatura, pulizia e trattamento antiruggine delle inferriate esterne, restauro serramenti in legno, tinteggiatura dei pluviali esterni e del palo bandiera e sistemazione di alcune stuccature interne.